martedì 25 giugno 2019

Bluetile Lounge ‎– Lowercase (1995)

Ero convinto di aver ascoltato praticamente tutto dello slowcore quando un po' di tempo fa BU fece un 20 Essentials che non mi aspettavo per niente. Era ora che si tornasse alle radici di quando nacque la fanzine, e la sorpresa dei Bluetile Lounge è stata molto gradita. Si trattava di un quartetto australiano vissuto in diretta all'epoca, che pubblicò soltanto due dischi ma fece in tempo a guadagnare l'attenzione di Sonic Youth e Low, che fecero campagna a loro favore. 
Lowercase è composto di 5 tracce fra i 6 ed i 12 minuti, in un mix inopinato di Codeine e Red House Painters. Un disco svenevole, svanito, dal suono solenne e raccolto. Avrebbe giovato loro sicuramente una voce meno scarsa, ma appare chiaro che era solo un contorno in queste elucubrazioni dell'anima, in questi girovagare trasognati. Le due chitarre, sempre pulite, si impastano nel mix in un cicaleccio costante, lasciando la ritmica in secondo piano.
Al termine del disco vien voglia di metter su The White Birch, ma questo non significa che non si meriti un bel 7,5/10. Sarà anche la convinzione che se l'avessi ascoltato all'epoca, sarebbe diventato un piccolo classico personale. E sì, nel 20 Essentials credo che ci stia proprio bene.

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