Il 4° album di KK alias Goldmund si caratterizza per un suono arioso, più prettamente ambientale; rispetto alle austerità dei primi albums, uno dei maestri mondiali della contemplazione degli ultimi 10/15 anni si trasferisce all'esterno e manda 15 cartoline da luoghi famosi, presumo della sua terra natia, sempre improntate sul pianoforte ma con parche aggiunte di synth a mettere il grassetto su altrettante melodie atmosferiche, che si riallacciano al primo Roger Eno, quello di Voices per interdersi. Ma il mood è quello inestimabile, umile e meditabondo, di quell'umanità che a tratti riesce a far commuovere (Fort McClary, Hope Avenue, Safe Harbor), che interrompe le frenetiche attività quotidiane, fa chiudere gli occhi e sognare. Perchè KK è eterno.
venerdì 7 giugno 2019
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