Impresa del buon TY che esordisce come sonorizzatore a 50 anni, dietro grande pressing del regista Guadagnino, che si racconta averlo tampinato per mesi pur di convincerlo. La soundtrack è un massiccio di 25 tracce che va opportunamente ritenuta tale nell'ascolto slegato dalla visione, e lo vede molto a suo agio calato in un atmosfera tipicamente Argentiana, con le dovute sfumature del caso. Ha dichiarato di esser stato influenzato molto da Pierre Henry, dai Faust e dai Can; per il primo si può concordare nell'ambito dei frammenti più avanguardistici, neanche troppo horror. Dei Can l'influenza sui Radiohead è una certezza da almeno 22 anni, per quanto riguarda i Faust si tratta di una novità, ma si può concordare. Aggiungerei alla lista anche Arvo Part, che si può intra-udire nelle tracce corali o nei tratteggi più sinfonici, e stupisce non poco il gorgo dark-ambient polifonico di 14 minuti A Choir of one, quello sì un periodo davvero horror.
In mezzo a tutto questo ambaradan, poi, TY ha la capacità di piazzare 4-5 emo-ballad delle sue, di quelle malinconiche, marchiate dal dna col fuoco, che le riconosci al giro di piano o chitarra, al quale segue il falsetto estatico, insomma niente di nuovo ma incredibilmente ispirato, roba che forse JG penserà "ma perchè non le ha tenute per il prossimo nostro album". Suspirium, in versione nuda e poi ricoperta dagli archi, Open Again, Unmade, la dronica Has Ended, sono gemme che arricchiscono il bagaglio storico del soggetto, senza alcun dubbio.
Uno degli "artisti" più sopravvalutati di tutti i tempi.
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