sabato 10 agosto 2019

Kyuss ‎– Welcome To Sky Valley (1994)

Sfruttando il clamore suscitato e le sensazioni diffuse da Blues For The Red Sun, i Kyuss trovarono un ingaggio major ed il successo con questo terzo album. Da allora il termine Stoner divenne una categoria di consumo, in quei mid-90's in cui si cercava una casella che potesse prendere il trono del grunge, rapidamente decaduto dopo i folli bagordi appena trascorsi.
Blues era stato disco del mese di Rumore, l'avevo comprato senza indugio e me ne ero innamorato all'istante. Sky Valley no, non lo comprai perchè c'era meno entusiasmo. Mixo e Rupert me ne diedero importanti assaggi su Planet Rock ed ebbi l'impressione che fosse un po' distratto e dispersivo, l'effetto novità era rapidamente sparito ed altre cose stavano distogliendo la mia attenzione dai ragazzi di Palm Desert.
Riascoltandolo ad un quarto di secolo di distanza, lo rivaluto in maniera importante. L'attacco di Gardenia è contagioso nel suo rotolare mostruoso, Supa Scoopa spazza via la sabbia dal deserto, Space Cadet una splendida parentesi acustica dal sapore classico, Demon Cleaner la concessione alla melodia più genuina, Whitewater una mini-suite avventurosa. Non tutto è perfetto in Sky Valley ed ovviamente lo standard di Blues for the red sun non era più replicabile, ma restava comunque un lavoro destinato ad essere ricordato come un evento importante.

2 commenti:

  1. I migliori Kyuss, per me.
    Talmente preso dal trio Deserto Rock mi feci una baracca container di quelle da cantiere nel campo dei miei... Con miseri risultati oltre alle cannazze arse.

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  2. Bella storia! Dovresti farne un memoriale...

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