martedì 20 agosto 2019

Nadja – Bodycage (2005)

Uno dei primi (si fa per dire, il sesto...) album della coppia canadese, già bella collaudata in tema di lunghissime e mastodontiche elucubrazioni circolari. Bodycage è concentrico: due tracce di 20 minuti con una da 10 nel mezzo, Autosomal, che poi è la meno interessante, volta al lato violento e tempestoso. L'apertura Clinodactyl è uno dei manifesti del loro solenne massimalismo: intro lucente di 8 minuti e poi entrano in scena le ritmiche, pantagrueliche, mentre il tema principale diventa epico e drammatico. Ossification invece si rivolge alla sfera celeste, un ambient-core notturno e fascinoso che al 10 minuto prende forma compiuta e stratificazioni completate, di nuovo con le percussioni tonfanti, a bassissimo bpm, mentre la tempesta attorno ha saturato tutto. Sapranno fare di meglio di lì a poco, quel che è certo è che l'esperienza vale sempre un viaggio di questi, almeno una volta.

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