E pensare che Waters non lo voleva pubblicare, e per fortuna fu suo figlio a persuaderlo, facendogli semplicemente presente che la gente l'avrebbe amato senza riserve. L'ego senza confini del perfido Ruggero avrebbe combinato l'ennesimo danno; ITAOT è la migliore rappresentazione possibile del Muro, punto e basta. Un live eccezionale, curato nei minimi dettagli come da copione ma eseguito col cuore che soltanto i PF potevano mettere, oltre mille ostacoli (primo, un Wright defenestrato che mette l'orgoglio sotto i piedi e va sul palco a fare il suo, ma in generale una band spaccata ed oppressa da un capo sempre più autoritario, consapevole di avere il pallino in mano ma ben poco incline a governarlo democraticamente), estratto da date differenti, ma chi se ne accorge. Ovviamente il percorso obbligato non riserva molte sorprese, c'è il paio di scarti dal vinile che però ravviva la scaletta a dovere ed i fans riescono sempre a cogliere quelle differenze esecutive (essenziale la libertà di portare a compimento i pezzi tagliati in studio per star dentro i due vinili) che elevano ITAOT a massima espressione (insieme a quel mostro di Animals) dei PF post-DSOTM. E c'è un Gilmour stellare a trascinare e a far divampare quel cuore che dopo 40 anni batte ancora.
sabato 21 settembre 2019
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