Dolci ricordi della tarda adolescenza. A metà anni '90, con la piena sbornia collettiva per il brit-pop che imperava anche presso chi di musica si era limitato a Vasco Rossi e Zucchero in tutta la sua vita, un collega di 10/15 anni più attempato di me mi diede uno strappo a casa e sul cruscotto della sua jeep c'era in bella mostra la cassetta originale di Life In A Day, il primo album dei Simple Minds, che non conoscevo. Me la feci prestare e pensai all'istante che tutto il brit-pop era pura immondizia, paragonato alla freschezza contagiosa di questi solchi. Non avevo ancora mai sentito nè gli XTC nè i Magazine, che erano chiaramente un influenza per Kerr & compagnia, ed in prospettiva non è certo un disco passato alla storia. Ma le melodie a presa istantanea di Someone, All For you, No Cure, Destiny sono sempre irresistibili, e le intense ed elaborate elucubrazioni di Pleasantly Disturbed e Murder Story denotavano un talento che prima o poi sarebbe emerso. Le uscite successive saranno all'insegna di un eccessiva sofisticazione e soltanto nel 1982 il loro lato migliore, quello pop, sarebbe tornato alla ribalta (ed al successo) con New Gold Dream.
L’uomo che voleva uccidere Björk
17 ore fa
Personalmente trovo Empires & Dance maestoso.
RispondiEliminaSons and Fascination +SFC lo amo ancor di piu.
Invece io quelli li trovo troppo sofisticati e poco immediati....ritengo che i SM abbiano dato il meglio col melodismo, il che sembra un ossimoro, per un gruppo degli anni '80. Ma è così
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