lunedì 24 febbraio 2020

Simple Minds ‎– Life In A Day (1979)

Dolci ricordi della tarda adolescenza. A metà anni '90, con la piena sbornia collettiva per il brit-pop che imperava anche presso chi di musica si era limitato a Vasco Rossi e Zucchero in tutta la sua vita, un collega di 10/15 anni più attempato di me mi diede uno strappo a casa e sul cruscotto della sua jeep c'era in bella mostra la cassetta originale di Life In A Day, il primo album dei Simple Minds, che non conoscevo. Me la feci prestare e pensai all'istante che tutto il brit-pop era pura immondizia, paragonato alla freschezza contagiosa di questi solchi. Non avevo ancora mai sentito nè gli XTC nè i Magazine, che erano chiaramente un influenza per Kerr & compagnia, ed in prospettiva non è certo un disco passato alla storia. Ma le melodie a presa istantanea di Someone, All For you, No Cure, Destiny sono sempre irresistibili, e le intense ed elaborate elucubrazioni di Pleasantly Disturbed e Murder Story denotavano un talento che prima o poi sarebbe emerso. Le uscite successive saranno all'insegna di un eccessiva sofisticazione e soltanto nel 1982 il loro lato migliore, quello pop, sarebbe tornato alla ribalta (ed al successo) con New Gold Dream.

2 commenti:

  1. Personalmente trovo Empires & Dance maestoso.
    Sons and Fascination +SFC lo amo ancor di piu.

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  2. Invece io quelli li trovo troppo sofisticati e poco immediati....ritengo che i SM abbiano dato il meglio col melodismo, il che sembra un ossimoro, per un gruppo degli anni '80. Ma è così

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