Sorprendente uscita di Paul Webb, una vita fa il talentuosissimo basso dei Talk Talk, poi agitatore del proditorio quanto veloce progetto O'rang, poi fermo qualche anno fino al primo capitolo a nome Rustin Man, che però fu quasi un backing one-man-band in favore di Beth Gibbons dei Portishead. Infine, 17 anni di silenzio. Ed è tornato, e per la prima volta è tutta roba sua, e per la prima volta canta.
Drift Code è un disco che ha subito il sapore del classico, del vintage autentico, dell'incontaminato. E' come il grido d'allarme di un quasi sessantenne che non si riconosce nel mondo d'oggi e reagisce con un album di totale artigianato, alla vecchia maniera, ma col vantaggio di una produzione incredibilmente curata ed un orchestrazione che ha del magico. Il paragone che viene per primo è quello con Robert Wyatt, non soltanto per la comune fragilità della voce, molto espressiva nella sua umanità, ma anche per l'imprinting compositivo, che svaria dal malinconico impressionista allo sketch didascalico. Capolavori del lotto All Summer, Vanishing Heart, Martian Garden (Hammilliana!) e Our Tomorrows.
Un piccolo gioiello di cantautorato fuori dal nostro tempo, inaspettato e che forse giustifica il tempo pachidermico con cui Webb l'ha realizzato. E che, ironia della sorte, è uscito un mese prima della triste morte di Mark Hollis.
Grazie per la condivisione. In questo blog le scoperte di gemme nascoste sono la regola, però stavolta sono veramente colpito dalla straordinaria qualità dell'opera. Sarà perché sono un vecchio impenitente fan di Bob Wyatt?
RispondiEliminaGrazie a te. Sì sono rimasto molto colpito anch'io. Però se ci pensi, a volte la quantità è davvero inversamente proporzionale alla quantità, e Webb ne è la riprova. Chissà quanti anni ci ha messo a fare questo disco.
RispondiEliminaE il vecchio Bob, secondo me, se lo ascoltasse lo apprezzerebbe parecchio e lo riconoscerebbe come un "suo figlioccio".
Riflessione molto interessante quella sul rapporto tra qualità e quantità. La storia della musica è piena di esempi che sostengono la tua tesi. Ma spero che il "figlioccio" continui adesso sulla buona strada e smentisca la regola. A te, ottimo Webbaticy, il compito dell'alta sorveglianza sulle prossime mosse.
RispondiEliminaNon mancherò di sorvegliare, puoi scommetterci. Mi auguro che non ripeta il ritiro artistico dell'ex-collega Mark Hollis, sarebbe un peccato.
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