L'occasione è il (quasi) quarantennale dell'originario Halloween, uno dei cult più celebrati di JC. E per i suoi 70 anni, dimostra la grandezza personale dell'uomo: non soltanto non ha voluto interferire con il remake, ma si è prestato con umiltà a rielaborarne di conseguenza la soundtrack, che ovviamente fu farina del suo sacco, accreditandola ai suoi due fidi collaboratori, il figlio Cody ed il chitarrista Davies.
Il primo approccio non mi aveva entusiasmato: all'inizio il classicissimo tintinnio di pianoforte che identifica in tutto e per tutto la pellicola viene declinato in salsa techno, con pompa cassa. Una volta digerito questo aspetto, però, ne esce un viaggio avvincente, che sta in piedi senza l'ausilio della visione, lascia spazio alla fantasia e gode di un suono straordinario, come peraltro i dischi di JC solisti degli ultimi 3/4 anni. Fra dolenti sonate di piano, imponenti figure sintetiche, deflagrazioni di bassi tonanti, riprese e ripresine, insomma, è sempre il solito Carpenter, che può piacere o non piacere. Che non sorprende, se non per la cura e la passione che trasudano dalle sue musiche.
Nessun commento:
Posta un commento