Terzo ed ultimo per lo Sgrassato di Gilbert Artman, che nel giro di 4 anni passò dal free-jazz-core del primo all'elettronica pura del secondo fino a terminare nel 1977, con una line-up collaborativa sempre mutata da un episodio all'altro. Per questo capitolo conclusivo del progetto, il polistrumentista normanno non si avvalse più di strumentisti classicamente jazz-rock, ma di figure adatte ad un altro coacervo di elettronica spinta, che sul lato A include la lunga Spirale Malax, un trip oscuro degno dei Tangerine Dream di qualche anno prima. E' tuttavia il lato B che riserva maggiore interesse, con la Synthetic Seasons, divisa in 3 parti, con droni di organo solcati da una batteria tonante in estemo riverbero, suoni quasi industriali, sulla prima. La batteria torna vicina e ben udibile nella parte due, che sgrana un ritmo dispari saltellante, con il chitarrista Baulleret che sale in cattedra con un lamento ultra-elettrico atonale ed angoscioso. Da manuale. Terminato il groove, fra le macerie resta solitario un clarinetto desolato che preannuncia la parte 3, con un lungo groove metallico da incubo che va in fade out fra glitches spaziali, per una suite complessiva lacerante e intimorente. Che sia stato questo album a far entrare lo Sgrassato nella List, anzichè il primo? Oppure tutti e tre?
martedì 7 luglio 2020
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