Dopo un triennio di sostanziale calma, fra il 14 ed il 17, RS è tornato ad essere iper-prolifico ed è abbastanza dura stargli dietro. Concentrandosi fra le uscite fisiche, Border Ballads appare come uno dei più significativi ed un caloroso ritorno alle gloriose origini a livello di emotività, dopo che il suo suono si era incupito e caricato di nuvoloni. Gli impasti di viola e violoncello pertanto tornano ad essere protagonisti in questo concept (12 brani, media 4/5 minuti) che verte sui confini rurali fra Scozia ed Inghilterra, con particolare attenzione ai corsi d'acqua.
Ma non sono solo i preziosi archi ad essere sugli scudi, in quanto Skelton si concentra sensibilmente (una metà circa del lotto) anche sul pianoforte, con sgocciolii di note contemplativi, a mo' di cornice espessionista. Il risultato è immancabilmente incantevole, commovente, anche se non posso non notare somiglianze con Stray Ghost, in un versante meno accademico e più emotivo. Riccardo Cuor Di Leone è così, fa dischi che posso ascoltare anche 10 volte di fila e non stancarmi mai, saluto il suo ritorno alla forma migliore e pazienza se non riesco ad ascoltare tutto quello che fa. Le emozioni più profonde vanno centellinate, sempre.
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