(Nota: non appena Max si degnerà di passarmi le innumerevoli foto che ha scattato, provvederò a pubblicarne una selezione). Che ogni volta possa essere l'ultima, è un dato di fatto, ma i VDGG sembrano viverla in maniera leggera, leggerissima. Il divertimento di Peter Hammill è stato visibile e contagioso, in questa data al Teatro Delle Celebrazioni di Bologna (non c'ero mai stato, un'acustica eccezionale) che originalmente era prevista per l'aprile di due anni fa. Il suo italiano, notevolmente migliorato, ci ha fatto capire che lo spirito del gruppo era assolutamente sereno, alla vada come vada, siamo ancora noi, con i nostri limiti e la ruggine del tempo, siamo la nostra storia che resta scolpita nella pietra, la rappresentiamo ancora e siamo qui per voi che ci stimate ed avete fatto i biglietti prima del Covid, pazienza se abbiamo due anni in più. Quando annuncia Alfa Berlina, PH parla della genesi e con un sorriso allarga le braccia pronunciando 50 anni fa....
Il pubblico è evidentemente composto da fedelissimi stagionati, teste calve in abbondanza, teste calve con zazzere bianche, barbe candide, andature stanche, ma con entusiasmo da ragazzini da vendere. Guy Evans ha sempre lo stesso sguardo impenetrabile, mai una smorfia nè un sorriso; il batterista più apocalittico della storia, dò una notizia, non sbaglia ancora un colpo. Hugh Piè veloce Banton stesso discorso, si aiuta con un monitor sopra la tastiera ma con l'immancabile moto perfetuo di raddrizzare la schiena all'indietro per controllare cosa succede a terra. E PH, sempre più umano ed erratico, erroneo e per l'appunto, divertito, con una forma vocale che a 73 anni e mezzo fa paura. Quando imbraccia la chitarra per Lemmings, capisci che la postura non può essere diversa ed al limite cogli che i riflessi non sono certo più gli stessi; di conseguenza la commozione ed il ringraziamento è maggiore rispetto a 10, 15 anni fa, a questi grandi uomini.
Il repertorio è in larga parte dedicato a Do Not Disturb e A Grounding In Numbers, a riprova della fierezza più recente e della fiducia in quanto (presumo faticosamente) messo a punto in età già avanzata, o perchè no, per la stanchezza e la dedizione che richiedono i numeri più antichi, per quanto più amati dal pubblico. Saremo anche vecchie cariatidi, ma abbiamo un orgoglio grande così, oltre che il cuore. Spicca l'inaspettato recupero di Masks, il brivido teatrale di Childlike e pazienza se House with no door, invocata più volte da un esuberante spettatore, viene eseguita nel bis con più di un indecisione e qualche accordo sbagliato. Se sia l'ultima volta, non lo so, ma non è mai troppo tardi per il Generatore, perchè è eterno e può trovare sempre nuovi estimatori. Giusto, Max?
C'ero e l'emozione si leggeva già nei volti mascherati all'ingresso, era la prima volta nel teatro bolognese e confermo l'acustica eccellente dalla mia terza fila..PH inossidabile ed ossuto così punk nell'imbracciare le chitarre..lui che ne gettò i semi al vento con Nadir.. GH dallo sguardo torvo rimane macchina precisa e rovente e HB con le trame della sua tastiera tanto presente quanto impenetrabile..e poi il repertorio da commozione..Childlike..Lemmings..Mask..Alfa anagraficamente vecchio..ma vivo e pulsante e con gli stacchi di Man Erg l'astronave si riaccende e riparte verso l'infinito musicale..lasciandoci con l'arpeggio struggente di House..grazie di esistere VDGG...
RispondiEliminaGrazie a te per la cura di questo blog intelligente ed eclettico..scusa mi son dilungato ma è da anni che ti seguo e colgo l'occasione per un saluto...ciao