Nel riuscito tentativo di invecchiare con dignità, conservando la propria essenza ma cercando nuovi stimoli e sbocchi, i Low hanno semplicemente cambiato il vestito delle loro arrendevoli ballads. Apparentemente non è cambiato molto dai primi, commoventi, struggenti albums; la loro fonte di ispirazione resta quella dell'introspezione e dell'ispezione dell'anima più profonda. Dopo aver attraversato una crisi di mezza età, per gran parte degli anni Zero, da qualche anno hanno saputo trovare la forma migliore facendosi produrre da uno specialista, tal Bj Burton, che li ha spinti verso panorami espressivi di elettronica aspra, stridenti desolazioni mixate con gli immancabili impasti vocali di Sparhawk e Parker. Si potrebbe definire il Kid A dei Low, con le dovute proporzioni temporali. La critica si è unanimemente strappata le vesti per questo disco, io non faccio altrettanto ma non posso fare a meno di sottolineare il pregio ed il piacevole disorientamento grazie al quale i Low stanno invecchiando molto, ma molto bene. Eccellenti Dancing and blood, Always trying to work it out, Dancing and fire, Poor sucker.
lunedì 9 maggio 2022
Low – Double Negative (2018)
Etichette:
Electro-Folk,
Slow-Core
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