martedì 24 maggio 2022

Chrome – The Visitation (1976)

Solitamente relegato a poco più che una curiosità, soprattutto a causa del pauroso avvenire che aspettava i Chrome da lì ad un anno, The Visitation è un disco stranissimo ma degno di rivalutazione e tenendo presente che si trattò di una prima autoproduzione, occorre dare alla buonanima di Damon Edge quello che gli spetta. Nell'attesa di incrociare le scariche elettriche con Helios Creed, il batterista/ideologo lasciava la parte puramente melodica ai competenti John Lambdin e Gary Spain, mentre il cantante era un tal Mike Low, in possesso di una voce dai toni piuttosto alti, con un timbro neutro, non proprio memorabile. La musica era la vera anomalia: con Edge indeciso fra pantomime esotiche ed i suoi caracollanti ritmi ostinati, Lambdin e Spain mettevano in scena uno stranito acid-street-rock con puntine di decadenza e qualche piccolo effetto sci-fi, che qualche critico ha brillantemente definito un'incrocio fra il Brian Eno cantautoriale ed il Santana non ancora trivializzato. Segnali anticipatori di ciò che Edge stava cantierando si possono udire su Return To Zanzibar, Sun Control, Memory Cords Over The Bay. Davvero niente male, e pensare che un discografico interpellato rese i nastri al mittente definendolo un pasticciaccio derivativo dei Doors (..!..).

La feticistica Cleopatra l'ha ristampato in cd nel 2014, e le interessanti liner notes riportano una cronaca dettagliata a cura di Lambdin e Spain sulle origini del gruppo, tratteggiando un ritratto della complessa personalità di Edge e delle dinamiche interne al gruppo, da cui in seguito i due suddetti si ritrovarono fuori per motivi non dipendenti dalle loro volontà. Fecero comunque in tempo a partecipare alla storia ed esserne esclusivi testimoni.

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