Secondo ed ultimo album del duo Jason Taylor-Aidan Moffat, con quest'ultimo immortalato in una foto che forse a rivederla lo imbarazzerebbe un pochettino. Rispetto all'esordio dell'anno precedente non era cambiato un granchè, al limite un miglioramento nella produzione, qualche chitarra fragorosa in più e qualche impennata ritmica (che dimostrava anche il progresso di Aidan alla batteria). Il cantautorato di Taylor, per quanto derivativo fosse, era comunque in buona forma e i numeri di livello non mancano in scaletta: Ruptured, Dutch, Siamese, A Great Red Shark, In Lisa's Living Room, denotavano uno slow-core di indubitabile derivazione RHP, sotto tutti i punti di vista, e quindi riservato agli strettissimi amanti del genere. A riascoltarlo oggi, dopo tanti anni, non nascondo che la sua qualità mi ha sorpreso, a dispetto anche della durata (insieme ad Alison Rae è presente un secondo CD per voce e chitarra acustica, niente male anch'esso); Jason Taylor avrebbe meritato un proseguio anche se non se lo sarebbe filato nessuno, ed invece finì per rosicare nei confronti di Moffat, a suo dire colpevole di avere esportato lo stile Bay negli Arab Strap. Bah....
lunedì 24 ottobre 2022
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
So much great music here with True Widow & Beats The Hell Out Of Me being stand outs. As ever, many thanks for giving us the chance to discover such hidden gems.
RispondiElimina👍 thank you Zipper, it's satisfying as ever reading something like this.
Elimina