sabato 26 novembre 2022

Church ‎– Priest = Aura (1992)


Smaltita la sbornia del successo di Under the milky way, i Church si ritrovarono a maggior agio in una situazione di minor pressione e minori aspettative da parte dell'industria. Priest = Aura viene definito da Steve Kilbey il loro indiscusso capolavoro, io non la penso altrettanto ma siamo da podio. Gli anni '90 furono sicuramente il loro habitat naturale più congeniale; una produzione più aperta, più panoramica favorì lo sbocciare dei loro impasti chitarristici e del songwriting. Ripple, Lustre, Paradox, The Disillusionist, Old Flame, Film denotavano uno stato mentale (molto oppiaceo, a detta delle bios) introspettivo ed espanso, che mai e poi mai avrebbe rinunciato alle loro essenziali melodie imbevute di spleen, mai così vicine ai contemporanei Cure. Manifesto della maturità espressiva; tagliando 3-4 pezzi superflui ed inferiori sì, probabilmente sarebbe stato il loro capolavoro.

3 commenti:

  1. Il mio favorito ē Gold Afternoon Fix, ma questo è comunque un Capolavoro.... Di superfluo non c'è assolutamente nulla. Che razza di inno che è Russian Autumn Heart

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  2. GAF, che bello...Fu il primo disco che comprai di loro. Ottime canzoni, produzione però un po' troppo patinata. Russian se non ricordo male fu cantata da Wilson Piper, con una voce molto diversa da Kilbey. Lo devo riascoltare, sono passati troppi anni :-)

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  3. Patinata la produzione? Si se mi sparo La Chiesa ho voglia di roba soft

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