Potenza del p2p; nell'estate del 1993 Rumore pubblicava un fascicoletto intitolato tipo Il Rumore dalla A alla Z e alla lettera D si parlava di questi pionieri hardcore inglesi con una prospettiva di assoluta reverenza. La firma era di Frazzi, che ho sempre guardato con un occhio di sospetto in quanto a mio avviso fin troppo integralista del filone punk e derivati.
La mia curiosità è stata comunque soddisfatta con 17 anni di ritardo, e anche se l'hardcore classico non è propriamente la mia cup of tea occorre tributare ai Discharge una funzione anticipatrice non indifferente. La lezione hard-punk dei Motorhead veniva amplificata all'ennesima potenza, dissanguata di qualsiasi residuo blues, cannibalizzata e iper-velocizzata. A parte qualche breve assolo di chitarra che fa un po' metallo, Why è una grezzissima esplosione di schegge impazzite, e non nascondo che l'ascolto mi diverte parecchio.
Con le bonus tracks i titoli sono diventati 24, tutti sotto i due minuti di durata. E' impossibile ricordare un pezzo piuttosto che un altro per l'egualità diffusa, e le tematiche erano fortemente social-politicizzate. L'ascolto di questo solco bruciante mi diverte per l'effetto catartico che ha, per le mitragliate di batteria e il celebre D-beat, per lo stile del vocalist e il suo effetto vomitante di terminare quasi tutti i versi con quel bleaaaah, che fa veramente molto "sporco e brutto", definizione fin troppo ovvia per un disco che non ha bisogno di tante causali...
La mia curiosità è stata comunque soddisfatta con 17 anni di ritardo, e anche se l'hardcore classico non è propriamente la mia cup of tea occorre tributare ai Discharge una funzione anticipatrice non indifferente. La lezione hard-punk dei Motorhead veniva amplificata all'ennesima potenza, dissanguata di qualsiasi residuo blues, cannibalizzata e iper-velocizzata. A parte qualche breve assolo di chitarra che fa un po' metallo, Why è una grezzissima esplosione di schegge impazzite, e non nascondo che l'ascolto mi diverte parecchio.
Con le bonus tracks i titoli sono diventati 24, tutti sotto i due minuti di durata. E' impossibile ricordare un pezzo piuttosto che un altro per l'egualità diffusa, e le tematiche erano fortemente social-politicizzate. L'ascolto di questo solco bruciante mi diverte per l'effetto catartico che ha, per le mitragliate di batteria e il celebre D-beat, per lo stile del vocalist e il suo effetto vomitante di terminare quasi tutti i versi con quel bleaaaah, che fa veramente molto "sporco e brutto", definizione fin troppo ovvia per un disco che non ha bisogno di tante causali...
Per quelli della mia generazione che subirono l'ondata ultracore dei primi '80 sono un mito.
RispondiEliminaIeri ad un banco di usato al mercatino ho ritrovato in cd sia "Why" che "See nothing, hear nothing, say nothing" pagati in totale 15 euro. Visti e presi.