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Detto questo, occorre dire che DM è un disco non proprio facile. I Soft Machine strumentali di Ratledge, Dean e Hopper appaiono una grossa influenza sul quartetto, se non altro perchè Zoccheddu si ritaglia assoli estraniati con la sua chitarra acrobatica e si cimenta spesso alle tastiere, perchè Trentin ha un ruolo assolutamente centrale nel sound e la ritmica folle imperversa.
A parte i break pastorali (i temi iniziali di Aquile Blu e Duello, la fase centrale di Momento) il disco è scuro e nervosissimo, davvero troppo ostico anche per quegli anni. Sarà piaciuto senz'altro agli integralisti del genere, non a sufficienza agli altri estimatori di prog e derivati. Specialmente al confronto delle altre esperienze, precedenti e future, da protagonisti o da session men. Tanto per dire, l'anno successivo Callero risponderà ad una nuova chiamata di Battisti portando con sè LoPrevite alle registrazioni di nientemeno che Anima Latina...
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