Nel momento esatto in cui gli Interpol cedevano il passo con l'ultimo, deludente albo, gli Editors ne rimpiazzavano il posto con prontezza e simbolicamente incarnavano la rivincita inglese della new-new-wave sugli americani, ovvero come "riprendersi" ciò che era stato da loro inventato e adattarlo al presente.
Dosi energiche e songs contagiose sono diventati gli ingredienti di un successo mondiale a presa rapida, e occorre dirlo, meritato. Soltanto dopo ripetuti ascolti, sono riuscito anch'io a farmi prendere profondamente da An end has a start, che all'epoca dell'uscita avevo bocciato. Il primo scoglio da superare è senz'altro la voce di Smith, che sembra esattamente quella di Banks, e allora pensavo: cosa ci serve un'altro imitatore di Ian Curtis?
La somiglianza con gli Interpol è un preconcetto duro da morire, ma una volta superato questo e l'evidente retaggio new-wave non si può resistere ad una decina di pezzi letteralmente "perfetti". Come highlights segnalerei la title-track, The racing rats e Bones con le loro folate ipercinetiche, le decadenze autunnali di When Anger shows, Escape the nets, nonchè le due commoventi ballad finali, Spiders e Well worn hand, che stemperano la grinta spesa in tutto il disco con la meditazione melanconica irrinunciabile per qualsiasi band che si ispiri alla new-wave che conta.
Tratto distintivo della band, oltre al frontman Smith, è il chitarrista solista Urbanowicz che indugia spesso sulle note altissime del legno con effetti penetranti.
Ma è il quadro d'insieme che funziona alla grande, e se brit-pop dev'essere, così sia.
Dosi energiche e songs contagiose sono diventati gli ingredienti di un successo mondiale a presa rapida, e occorre dirlo, meritato. Soltanto dopo ripetuti ascolti, sono riuscito anch'io a farmi prendere profondamente da An end has a start, che all'epoca dell'uscita avevo bocciato. Il primo scoglio da superare è senz'altro la voce di Smith, che sembra esattamente quella di Banks, e allora pensavo: cosa ci serve un'altro imitatore di Ian Curtis?
La somiglianza con gli Interpol è un preconcetto duro da morire, ma una volta superato questo e l'evidente retaggio new-wave non si può resistere ad una decina di pezzi letteralmente "perfetti". Come highlights segnalerei la title-track, The racing rats e Bones con le loro folate ipercinetiche, le decadenze autunnali di When Anger shows, Escape the nets, nonchè le due commoventi ballad finali, Spiders e Well worn hand, che stemperano la grinta spesa in tutto il disco con la meditazione melanconica irrinunciabile per qualsiasi band che si ispiri alla new-wave che conta.
Tratto distintivo della band, oltre al frontman Smith, è il chitarrista solista Urbanowicz che indugia spesso sulle note altissime del legno con effetti penetranti.
Ma è il quadro d'insieme che funziona alla grande, e se brit-pop dev'essere, così sia.
Assolutamente d'accordo su ogni singola riga.
RispondiEliminaA me è piaciuto pure l'ultimo album, molto più commerciale.
Ultimo album, che non ho ancora ascoltato....
RispondiEliminaCiao. Scusa ma te lo devo chiedere: perché mai usare un orribile ed inappropriato "albo" modernizzando la parola "album", latina quindi per noi italiani perfettamente utilizzabile nella sua origine? Ma mi andrebbe bene se lo si facesse per evitare stranierismi fastidiosi...cosa che invece non trovo in questo post.pieno di "songs", "Highlights", "Ballads", fino alla tremenda "Title Track", per altro scritta anche sbagliata.
RispondiEliminaL'inglese negli articoli in italiano, comunque sgradevole, andrebbe sempre e comunque utilizzato senza tener conto delle regole grammaticali originali. Non si mette mai la "S" alla fine dei plurali!
Un esempio: "Dosi energiche e song contagiose sono diventati gli ingredienti ..."
Io insisto: per scrivere aull'internet non è richiesto molto: l'uso corretto dello strumento basterebbe.
Lo Stronzo
Ciao LS (scusa se abbrevio, ma riportare il tuo pseudonimo mi imbarazzerebbe non poco),
RispondiEliminati ringrazio sinceramente per le osservazioni, che sono sempre molto benvenute, a maggior ragione se scritte con cognizione di causa (come in questo caso) e perchè no, contrarie.
Non pretendo certo di avere un linguaggio giornalistico professionale e riconosco in pieno i miei limiti grammatici / culturali, mi piace scrivere in maniera amatoriale (lo faccio di getto, e a volte non rileggo neanche!) e mi dispiace se faccio castronerie fra l'english e l'italiano. Terrò in considerazione i tuoi preziosi consigli (ho già corretto la title-track).
Grazie
Webbatici
Visti due volte dal vivo (a Torino di spalla agli OK GO e a Milano in un festival di cui non ricordo più il nome...) e in entrambi i casi sono stati uno spettacolo notevole!
RispondiEliminaA me piacciono un sacco e la storia della somiglianza e balle varie la considero un mero "complesso"... perché altrimenti ci saremmo fermati ad Elvis (o forse anche prima)! :-)
Inoltre, rispetto agli Interpol, questi sanno scrivere canzoni e sanno arrangiarle... cosa non da poco, considerato che i newyorkesi dopo l'esordio avranno tirato fuori al massimo altri 2/3 pezzi decenti!
D'accordissimo sul discorso delle canzoni e della capacità di arrangiamento, però mi riservo un giudizio più completo nel momento in cui avrò ascoltato l'ultimo disco (sic, manca il tempo, manca il tempo x ascoltare la musica!!!)
RispondiEliminaIl discorso del complesso infatti è stato superato brillantemente dopo un paio di ascolti.