venerdì 6 agosto 2010

Drown - Hold on to the hollow (1994)

Quartetto losangeleno che debuttò direttamente su major e poi scomparve nel nulla, amaro destino per il valore che dimostrarono. Non avevano nulla da spartire col metal commerciale di quegli anni, esprimevano un disagio soffocante ed avevano una forza spettacolare, erano stati prodotti divinamente ed avevano uno screamer impressionante, Boquette, per potenza e abrasione vocale. Il versante più devastante dei Nine Inch Nails era una influenza tangibile, ma laddove Reznor svariava su più fronti i Drown invece optavano per un approccio di urto frontale, rabbioso e scurissimo. Quindi, chitarroni sludge, ritmiche pestate e il quid degli effetti elettronici a fare un po' tendenza. Gli highlights erano Beautiful, Trasparent, Reflection, Everything, forti come detto prima di una produzione essenziale e diretta.
La cosa curiosa è che l'unica variante di Hold on to the hollow era una perla fenomenale, Longing, per voce e synth. Un'affresco gotico raggelante e tenebroso, saliscendi emozionale, quasi un inaudito connubio fra i Dead Can Dance più freddi e un Henry Rollins agonizzante.

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