giovedì 4 febbraio 2016

Dead Rider ‎– Chills On Glass (2014)

Nuovi fasti per Todd Rittmann, alla terza prova con Dead Rider. Dopo l'entusiasmante debutto, la seconda prova The Raw Dents mi aveva lasciato un attimo perplesso. All'ascolto di Chills on glass, appare tutto più chiaro e coerente: era un capitolo di transizione.
L'apertura del sound ad innesti elettronici-sintetici necessitava di un certo rodaggio, che qui si sublima in un disco che chi amava gli U.S. Maple non potrà fare a meno di adorare, sempre che non intervenga l'integralismo: grooves astratti ed imprendibili, la chitarra di Rittmann defilata a pochi, graffianti riffs (oppure manipolata, non saprei...), maggior spazio ai synth ed alle tastiere della Faught, stesso approccio cubista e divinamente disorientante. Inoltre, la formazione si è fregiata di un acquisto rilevante, il batterista Thymme Jones di Cheer-Accident ed una miriade di altre esperienze avant-rock; sostituto di grande levatura, a fronte del grande predecessore che suonava su Mother of curses.
La prova del nove: al termine, stessa necessità di ripartire per cercare di trovare un filo razionale, per porsi ancora l'interrogativo e adesso cosa faranno?
Proprio come succedeva per i dischi del mai dimenticato acero americano.

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