Ormai dotati di un loro pubblico persino negli Stati Uniti, hanno idealmente chiuso un cerchio con il loro capolavoro; l'anno successivo il batterista DeMarin ha lasciato ed il nuovo Croce si è rivelato disco transitorio, non entusiasmante come i precedenti. Ma ci può stare, per carità, e magari lo rivaluteremo.
Anyway... ha condensato alla perfezione tutti i segreti della stregoneria FM che avevamo inevitabilmente amato grazie ai precedenti: la teatralità nero pece, la solennità immane delle litanie (forse l'unico aspetto che li rimanda ad un influenza Swans, ma solo in astratto), le perdizioni psicologiche, il senso di straniamento unito ad un carisma ben determinato. Poco da dire; è un disco concentrato, anche nel minutaggio, che non disperde neanche un grammo di energie, un cinico monitor che visualizza i mali del mondo e li esorcizza, spietato.
Gloria nazionale.
grandissimo disco e grandissimo gruppo.
RispondiEliminaL'hai detto.
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