Avevo partecipato spontaneamente al crowfunding per Folding Leaves, dopo la folgorazione per il debutto di Jerome Alexander, ma il risultato non mi aveva entusiasmato: la svolta cantautoriale con iniezioni di un'elettronica discreta non mi sembrava decisamente nelle sue corde, facendo svanire gran parte della magia. Forse l'operato di Kenniff al mastering l'aveva influenzato un po' troppo.
Ascoltando Maps, comprendo che invece si trattava di un episodio di transizione. Si tratta di un rilancio in bello stile; la chitarra resta sullo sfondo in favore di una decisa esposizione di piano e tastiere, beats sintetici, voce e, novità, grande profusione di archi ad opera dell'impeccabile Tim Gill.
Laddove Folding leaves deludeva, ovvero nelle composizioni sfocate ed in una incertezza generale, Maps ne esce vittorioso con 9 pezzi concisi e delicati: lo spleen gentile di Alexander abbraccia consolatorio e scalda come un focolare in pieno inverno. Memorabili You are a memory, I know you love to fall e Moonlight.
Bentornato.
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