Giovane performer newyorkese di nome Margaret Chardiet, in forza alla Sacred Bones, l'etichetta che ha portato alla visibilità Zola Jesus (e che fra tanti altri ha pubblicato Lost Themes di John Carpenter, uno dei miei preferiti del 2015). Ciò che realizza Pharmakon sembra la versione all'inferno della Danilova, oppure dei Throbbing Gristle con una Diamanda Galas appiattita dalla ferocia e priva di inflessioni teatrali.
Voce filtrata, synth ronzanti, percussioni, clangori ed efferatezze assortite. Non è particolarmente nulla di nuovo ma ciò che colpisce è la personalità che emerge da questi incubi, questi mantra industriali su cui la Chardiet vomita chissà quali fantasmi interiori. Colpito da questo espressionismo, Michael Gira l'ha voluta di supporto ai concerti degli Swans; osservando qualche video delle sue performance, trovo però che sul palco la potenza espressa su Abandon venga dispersa in buona parte. Quindi, meglio abbandonarsi a queste apocalissi dalle casse dello stereo: la Chardiet potrebbe realizzare qualcosa di importante, in futuro.
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