Ma che strano caso, questa omonimia con uno degli aspiranti presidenti repubblicani che inflaziona le ricerche googlando il nome d'arte di Noel Engel. Un po' fastidiosa.
Un anno prima del suo capolavoro, le prove generali con 3. Andando a ritroso con la cronologia, si nota che Walker non stava percorrendo una particolare strada sperimentale, ma soltanto facendo librare il suo songwriting, la sua voce confidenziale e le grandi orchestre che magistralmente gli dirigevano le musiche. 3 fu l'ultimo disco con le covers di Brel, fra l'altro poste in coda al disco, che valeva a dire mettere un paletto divisorio simbolico. Manco a dirlo, gli episodi deboli.
Al loro confronto, il repertorio autografo di Walker era già avanguardia. I pezzi migliori: Copenhagen, Rosemary, Two ragged soldiers, Two weeks you're gone. Per respirare a pieni polmoni un'aria lontanissima, quella da crooner-pop sinfonico di alta classe.
classe immensa.
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