Smessi (finalmente, avrà pensato più di qualcuno) i panni di terrorista sonico a capo di Whitehouse, col sopraggiungere della mezza età William Bennett si è reinventato con un nuovo progetto, il cui monicker non sembrerebbe molto rassicurante. In realtà Cut Hands rivela uno scenario che forse nessuno avrebbe previsto, un suono fortemente percussivo e mutuato dalla tradizione tribale africana, anche se è evidente che si tratta di suoni del tutto sintetici. Quindi non qualcosa alla Z'ev, ma neanche uno squallido furto world. In Black Mamba Bennett ha la cura e la sapienza di alternare le tracce più spoglie, ovvero quelle fatte di sole percussioni, ad interessanti varianti ambient-drone-minimalistiche che spezzano il ritmo. Il giudizio finale è buono, anche se rischia di essere amplificato per l'effetto, diciamo, sorpresa.
mercoledì 26 luglio 2017
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