E giù la maschera, dopo lo shock iniziale di Quintale, che pur già si era rivelato sorprendente. Non mi aspettavo sinceramente che i BDP si inoltrassero con ancor più cattiveria in quella direzione, ma in un certo senso la ritenevo pertinente. Esplorata a fondo la loro personale via dei primi, irrinunciabili dischi, Succi e Dorella hanno spinto a tavoletta il pedale del metallo rovente, riuscendo però ad evitare una pericolosa autoreferenzialità che tendeva ad affiorare, soprattutto in Quarzo. Anzi, io in Necroide ci trovo persino dell'ironia, non limitabile solo ad un titolo come Slayer & The Family Stone. Il growl che Succi sfodera, ad esempio, o ancor di più il vocoder in Apocalinsect, non possono che far generare un sorriso ed un apprezzamento per come si siano reinventati. Una lezione di vita per tanti gruppi, non solo italiani: ci vuole del coraggio, a status critico ben acquisito (non tanto per Dorella, già familiare a cruditè del genere, quanto per un artista come Succi), a mettersi in gioco in questo modo.
mercoledì 29 novembre 2017
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