lunedì 13 novembre 2017

Enzo Carella ‎– Vocazione (1977)

E' venuto a mancare il Febbraio scorso, il buon Carella. E' stata un'anomalia del pop italiano, un'outsider che non ha ricevuto giustizia dal mercato, uno di quelli che all'alba degli anni '80 si è eclissato e non ha partecipato alla festa. Per il quarantennale del suo debutto Vocazione ha lasciato questo mondo difficile, ma non fu solo il suo primo passo: fu il primo disco in cui il sommo Pasquale Panella, fino ad allora dedito al teatro, mise giù liriche.
Un sodalizio che si sarebbe mantenuto indissolubile fino all'ultimo, vista l'ammirazione sconfinata del Poeta nei confronti di Carella, da lui definito un personaggio contro i meccanismi del mercato e quindi più meritevole del suo contributo.
A livello musicale Vocazione era pop, sostanzialmente easy listening, ricco di quella qualità che negli anni '70 in Italia scorreva a fiumi, ma col surplus delle liriche che rappresentavano una novità assoluta; Panella sfoderava già le sue metafore alimentari ed i suoi giochi di parole, ma anche un erotismo ormonale che difficilmente avrebbe ripetuto in futuro, complice forse anche la giovane età all'epoca.  Carella portava una ventata di freschezza anche dal punto di vista musicale, con un suono sanguigno, ammiccante spesso al funk con un bel bassone in primo piano, ma con parti chitarristiche interessanti (a cura dello stesso) e vario quanto basta per essere divertente e naif. 
Memorabili Malamore e Il Sud è un'infanzia sudata.

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