domenica 5 novembre 2017

Gino D'Eliso ‎– Il Mare (1976)

Dimenticato cantautore facente parte di quella generazione che, se avesse voluto, avrebbe fatto una carrettata di soldi vendendosi al sistema degli anni '80. Lui invece si ritirò dalle scene, dopo una breve carriera contrassegnata dalla mutevolezza. Appena un anno dopo il debutto, il friulano aveva cambiato etichetta, look e totalmente musica, diventando uno dei discepoli del rock-wave di stampo bowie-mitteleuropeo, anticipando di un anno il conterraneo Fausto Rossi.
Una metamorfosi che ha quasi del clamoroso, considerando lo stampo di Il Mare, un disco di cantautorato prog-mediterraneo di ottima fattura. Lo definirei una specie di cuginetto minore del kolossal Anima Latina; uscito per la Numero Uno, fu prodotto da Claudio Pascoli (che stando a quanto raccontano i libri, ne era stato un fondamentale artefice nella costruzione degli arrangiamenti, e non solo fiatistici!) che evidentemente folgorato da quell'esperienza trasferì una parte del suo bagaglio in studio: i suoi delicati svolazzi di flauto e sax; le parti di moog e synth atmosferici, da lui stesso eseguite, così importanti nelle fasi pastorali; la cura attentisisma sulla ritmica, col bassista Donnarumma, possessore di uno stile affine al grande Bob Callero, in evidenza; il largo spazio riservato alle sezioni strumentali, nonostante la relativa semplicità delle strutture.
Il materiale, ovviamente, è scevro delle avanguardie, delle commistioni etniche e delle trovate immortali di Anima Latina, ma dopo 40 anni può funzionare come ottimo palliativo per i tossici di esso (come me) che si chiedono ancora se in quegli anni sia mai stato prodotto qualcosa  che si possa anche solo lontanamente avvicinare. La voce esile di Gino potrà piacere o non piacere, ma almeno una metà della scaletta è incantevole: Il Mare, Non è solo musica, Carso (nonostante un bridge rubato di peso a In the court of Crimson King..) e L'orologio testimoniano un cantautore emotivo ed elegante, che forse fu abbandonato a sè stesso dall'industria e per questo non esitò a cambiare subito pelle.

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