Artista romano che, dopo una lunghissima assenza dalla musica incisa, ha ottenuto una notevole visibilità nel 2015 quando si è aggiudicato un disco del mese su Blow Up con La scomparsa di Majorana, un buon album acustico con testi molto belli ma a mio avviso rappresentativo solo della fase anziana di Giurato, che a cavallo degli anni '80 invece si distinse come cantautore non allineato e detentore di una poetica tutta sua, sia per le musiche che per le liriche.
Di questo primo periodo, il migliore è senza alcun dubbio Il Tuffatore, un sublime assortimento di musica d'autore, un mix di eleganza e classicismo che raggiunge risultati superbi in Orbetello, Valterchiari e Marcia Nuziale. La dote maggiore di Giurato era un equilibrio che aveva del miracoloso: i testi, realisti del quotidiano e quasi mai surreali, originali per quanto non ermetici, ricorrenti all'ironia in distinti e marcati momenti; anni dopo, verrà tributato addirittura da un manipolo di scrittori che hanno scritto racconti ispirati al suo repertorio.
Quanto alle musiche, è supremo il bilanciamento fra dimessi momenti acustici e strappi ritmati, orchestrati da abili turnisti che interpretano alla perfezione il dna dell'autore (fra cui il sassofonista Collins, turnista di rilevanza mondiale ed ex-King Crimson). Pochi e misurati virtuosismi, focus estremo sulle composizioni ed alle sue storie disincantate. Non replicabile in nessun modo.
Il più bel disco italiano degli anni ottanta. Grazie
RispondiEliminaSergio
Grazie dieci milioni di volte per aver risuscitato il Tuffatore, un tuffo al cuore ogni volta che l'ascolto, e cio' da allora, 1982...hai ragione, Ineguagliato. Merci Mille Fois, Indomito Pluto
RispondiEliminaCiao Sergio, ciao Pluto! :-)
RispondiElimina