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Todd Rittmann col quarto Dead Rider, ed è ancora una gioia per le orecchie.
Quest’uomo sa sempre come disorientare, come contaminare, come rivitalizzare la
propria musica. Adesso cosa faranno?, mi
chiedevo al termine di Chills on glass. L’elettronica
torna parzialmente nelle retrovie, il basso-synth ancora sinuoso fra le righe
ma meno invasivo, le chitarre tornano a graffiare. Ma non è un ritorno al rock,
Crew Licks: con le dovute misure
cautelari che si attengono ad un pazzo come lui, Rittmann non è mai stato così
soul-blues in tutta la sua carriera. Si alternano sghembi hard-rock marziali (Grand Mal Blues, The Listing, The Floating
Dagger) a sinuosi e sensuali movimenti soul (Ramble on rose, Bad Humours) come se non ci fosse stato
uno ieri. Al primo ascolto sembrerebbe di trovarsi di fronte al disco più
ordinario (o tradizionalista) di Rittmann; al secondo si rinsavisce e si pensa
già, questo genio ne sa una più del diavolo e ci distrae con una disinvoltura
sempre più invisibile. Come la scelta del video ufficiale promozionale: The Ideal, il pezzo che c'entra meno con tutto il resto.
SATURN V Skycycle 1993
18 minuti fa
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