Poderoso jazz-rock da parte di una band torinese dalla vita brevissima; due dischi su Trident in due anni e poi lo scioglimento. Composto da 5 pezzi ovviamente strumentali, Dedalus metteva in mostra quattro strumentisti mostruosi, che è veramente difficile non citare, di cui un paio addirittura doppiamente impegnati: il batterista Grosso, il bassista F. Di Castri, il pianista/cellista Bonansone ed il chitarrista/sassofonista M. Di Castri. Che fossero impegnati in fughe ritmicamente sostenute, in fasi più morbide e melodiche oppure più spiritatamente sperimentali (il sax manipolato di Santiago, da brividi, o le allucinazioni di Conn), i 4 riprendevano la lezione Soft Machine e la portavano un po' più in là, col loro suono algido e paurosamente coeso. E' sicuro che si tratta di un disco riservato agli amanti del genere, ma di elevatissima qualità.
SATURN V Skycycle 1993
36 minuti fa
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