Secondo disco dopo la reunion che ha fruttato il fenomenale In Prism. Fin dall'iniziale, travolgente Total Immersion si intuisce che i nostri hanno tutte le intenzioni di ripetersi col loro intricato artigianato, per un trademark che si rafforza sempre più col tempo, mentre i detrattori continuano a fare spallucce. Noi che li amiamo invece ci felicitiamo e speriamo che Polvo 2.0 non si fermi più.
Siberia è un disco meno avventuroso, che spinge più sull'aspetto melodico; pezzi dai ritmi compassati come Changed e la fantastica Old Maps (credo contenente una chitarra acustica per la prima volta nella loro storia) denotano una concessione alla calma e ad una rilassatezza che ben si sposano alle ispirate armonie poppeggianti. E' una scaletta concisa ed efficace quella che contraddistingue Siberia, e che trova il suo climax nella fragorosa The water wheel, più apprezzabile per chi ama le cose più complicate del quartetto di Chapel Hill. Le performance dei singoli sono una garanzia, con risalto l'ultimo arrivato, il batterista Quast, decisivo nell'economia generale del suono. Non lasciateci un altra volta, Polvo.
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