L'ultimo album dei Loop è forse il meno ricordato dei tre; solitamente (e io non sono da meno) il loro zenith si identifica in Heaven's end, ma in prospettiva futura resta un caposaldo; rispetto a Fade out la produzione fu più aperta e professionale e vi sono molto affezionato perchè comprai questo cd dalla copertina dorata su di cui restavano impresse le impronte digitali.
A gilded eternity è innanzitutto una questione di ipnosi: sono 10 mantra (anzi 9, perchè Nail will burn è ripetuta due volte...) in forma compiuta, ma esattamente con lo stesso schema ripetuto dall'inizio alla fine. Logico, si trattava di un album di transizione verso altre forme, nonostante la compartecipazione di stili del passato (Arc-Lite Sonar, Breathe into me), che poi non sono neanche la free-form dei Main, semmai più la meta-psichedelia degli Hair & Skin Trading Company. Il meglio sta nelle terre di nessuno come Blood, Shot with a diamond o nelle ultime scorie di energia pura come Afterglow, From centre to wave, Vapour.
E' bello rispolverare certi cd che non ascoltavo da tanti anni ed uscirne con l'opinione rafforzata. E fu un peccato che i Loop si fermarono in un momento di maturità come questo.
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