mercoledì 31 luglio 2019

Antlers ‎– Hospice (2009)

In attesa di un ritorno dopo il disco dell'anno 2014 che si fa sempre più sospirato, un tuffo agli esordi di Peter Silberman, con quello che viene decantato dai più come il suo apice espressivo. Hospice è un concept filosofico, fatto di storie drammatiche e dolorose, che si dipana attraverso un intimismo ed un lirismo quasi indicibili, un emo-songwriting che come un ottovolante passa da stati catatonici ad esplosioni pop come se nulla fosse. L'impresa mirabolante di Silberman però è quella di trasmettere una genuinità ed una spontaneità che sono captabili come la nebbia quando ci si cammina attraverso, persino nei momenti più stucchevoli, nelle leziosità più banali e ruffiane (più o meno un quarto del lotto). Il riferimento più ovvio fa correre il pensiero ai Radiohead da cameretta (Atrophy, Shiva, Epilogue), grazie anche al falsetto di Silberman, ma è soltanto un impressione, perchè la voce di questo autore è assolutamente personale.
Non un capolavoro come l'hanno dipinto in diversi, a mio avviso (l'ho conosciuto dopo Familiars, quindi la distorsione temporale mi ha impedito forse di apprezzarlo appieno), e limitato anche nella sua forzata dimensione di concept, ma senz'altro una tappa fondamentale di avvicinamento allo status che oggi Antlers possiede.

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