In attesa di un ritorno con i tempi giusti ed umani, rispolvero il secondo Porter, forse il meno entusiasmante in mezzo a due mezzi capolavori di elettronica post-moderna come l'eccitante debutto Aftertime ed il terzo intimorente Third Law. Un disco di transizione, si è scritto altrove, forse perchè più concentrato sulle scansioni di suono anzichè sulle dinamiche. Ma quanti pivelli avrebbero carte false per confezionare l'ipercinetica intermittenza di Cloud, con una coda sinfonica digitale pressochè prossima all'acustica? L'angoscia industriale di Gravity, sfociante in un evocativo loop di suono rievocante un clarinetto, è il top dell'album. Il resto del lotto, fra immobilismi estatici e pulviscoli abrasivi, finisce per essere schiacciato dai quasi 20 minuti delle due tracks sopracitate, per questo Life Cycle non resterà il suo episodio migliore.
mercoledì 3 luglio 2019
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