Nuove emissioni sulfuree di ambient-core da parte dell'inglese Porter, con questo terzo tornato ai livelli temibili del brillantissimo esordio. Rispetto ad allora, la sua elettronica si è fatta più apocalittica e rovinosa, con visioni brutali in abbondanza e la perdita di quell'oncia di innocenza che caratterizzava certi tratti. Vengono a mancare quindi slanci melodici in favore di un'ottica schizofrenica, con stop and go da cardiopalma e frequenze nevrotiche fino al collasso; Porter si è incattivito? La terza legge è forse quella che non perdona? Fatto sta, siamo di fronte al presente dell'elettronica che non fa compromessi, che è libera da vincoli, che interpreta il malore verso cui va il pianeta. Almeno è così che la interpreto io, e credo che Porter stesso snocciolerebbe un sorrisetto di approvazione.
domenica 25 febbraio 2018
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