domenica 13 novembre 2011

Alessandro Alessandroni - Light and Heavy Industry (1982)

Lo abbiamo sentito centinaia e centinaia di volte, ma non sapevamo chi fosse. AA oggi ha 86 anni ed è passato alla storia come protagonista di storiche colonne sonore di Morricone come Per un pugno di dollari ed altre, in cui suonava la chitarra e dava fiato al celeberrimo fischiettìo di temi rimasti impressi nella memoria di milioni di persone. Come ho letto da qualche parte, trattasi dell'arma segreta dello spaghetti western degli anni d'oro.
Anche lui si è cimentato con la library durante gli anni '70, ma il valente Valerio Mattioli indica questa come la sua miglior sonorizzazione, quindi a decennio già bell'oltrepassato. Nonostante ciò che il titolo possa far sospettare, qua di industrial non ve n'è traccia alcuna: si tratta di una trafila di bizzarrie per stratificazioni geometriche di chitarre e mandolini, rhytmh boxes e percussioni spartane, con qualche puntatina di piano e synth. Trovatosi presumibilmente a dover musicare un documentario sull'industrializzazione, Alessandroni creò 16 brevi vignette in cui è la dissonanza a regnare incontrastata; se potessi definire un concetto campato in aria come la chitarra classica distorta, qui ci si andrebbe molto vicino. Imitando il passo della catena di montaggio, il ritmo è meccanico ed ossessivo, le 6-corde matematicamente spigolose, spesso raddoppiate da mandolini nevrotici. Titoli come Production line, Microbiology, Electronic assembly-line, Construction e Manufacture sono il top della stravaganza in questa scaletta fatta di avanguardia spiritata e atonale.

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