domenica 27 novembre 2011

Aufgehoben - Khora (2008)

Quinto ed al momento ultimo mostro degli inglesi più radicali che ci siano. Come disse in un intervista Robinson, uno dei due batteristi, per la session di registrazione di Khora avevano intenzione di limitare un po' l'approccio, ma evidentemente hanno perso il controllo e ne è uscito un disco ancor più violento, se possibile, del capolavoro Messidor.
Non ci sono quasi pause, solo la destrutturazione di Annex Organon lascia un po' di fiato a livello ritmico: l'affronto è massimalistico oltre misura, le frequenze paurosamente alte, le casse sature; a livello subliminale è un disco molto più free-jazz (soprattutto A bastard reasoning), ed è la caratteristica che più li rende differenti da Sightings e Wolf Eyes. Provare a seguire il chitarrista Smith è un impresa piuttosto ardua, quanto dolorosa: Jederfursich occupa i 27 minuti finali in una baraonda infernale che spazza via tutto, magari si sarebbe potuto tagliarla un po' e cercare di mescolare le carte come in Ignorance oblivion contempt, che più si riallaccia a Messidor.
Ma l'impressione finale è sempre quella di un annichilimento siderale ed avanguardistico. Fra quanto tempo li si potrà capire?

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