Sèguito dell'impressionante Weakness, questo è a tutt'oggi l'ultimo disco degli AC. Che fine avranno fatto questi tre abominevoli pennsylvaniani? Finiti nel proprio gorgo rumoristico?
Se così fosse, un vero peccato. Perchè Dead Rails non è riuscito nell'impresa di eguagliare il precedente, ed una nuova uscita permetterebbe di tastare il polso di un simbolo del free-noise degli ultimi anni. Il trademark è sempre quello di un attacco atonale all'arma bianca, senza mediazioni, di certo privo dell'attrattiva sperimentale dei Sightings o dei Wolf Eyes, ma con una chimica esplosiva tutta sua.
Where to litter / Trash burning è il loro top fumante, nove minuti di assalti, fermate, ripartenze da incubo, le grida umanoidi del bassista Jurgensen echeggianti dal fondo della melma acida. Il proseguimento però perde di tensione: nonostante l'ottimo inizio, Conclusions/Concussions finisce per essere la loro versione dell'hardcore, non molto originale però. I run low è la pausa ambientale, una novità assoluta per loro, 3 minuti di lieve riverbero del chitarrista Franco.
La chiusura, Accept your paralyses / Cephalex, è una mezza delusione: 17 minuti dello stesso tema potente e grandguignolesco, realizzato in modalità jam, un po' stancante alla lunga. Come se fosse la normalizzazione dei loro cunicoli ossessivi.
Spero non si siano infilati in binari morti.
Se così fosse, un vero peccato. Perchè Dead Rails non è riuscito nell'impresa di eguagliare il precedente, ed una nuova uscita permetterebbe di tastare il polso di un simbolo del free-noise degli ultimi anni. Il trademark è sempre quello di un attacco atonale all'arma bianca, senza mediazioni, di certo privo dell'attrattiva sperimentale dei Sightings o dei Wolf Eyes, ma con una chimica esplosiva tutta sua.
Where to litter / Trash burning è il loro top fumante, nove minuti di assalti, fermate, ripartenze da incubo, le grida umanoidi del bassista Jurgensen echeggianti dal fondo della melma acida. Il proseguimento però perde di tensione: nonostante l'ottimo inizio, Conclusions/Concussions finisce per essere la loro versione dell'hardcore, non molto originale però. I run low è la pausa ambientale, una novità assoluta per loro, 3 minuti di lieve riverbero del chitarrista Franco.
La chiusura, Accept your paralyses / Cephalex, è una mezza delusione: 17 minuti dello stesso tema potente e grandguignolesco, realizzato in modalità jam, un po' stancante alla lunga. Come se fosse la normalizzazione dei loro cunicoli ossessivi.
Spero non si siano infilati in binari morti.
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