lunedì 21 novembre 2011

And So I Watch You From Afar - Gangs (2011)

E' un disco anomalo, che disorienta per le sue molteplici sfaccettature: al primo ascolto quasi mi ha irritato, reputandolo vanesio delle qualità tecniche sfoggiate dal quartetto di Belfast. Mi sembravano una replica dei 65daysofstatic, a mio avviso una delle band più sopravvalutate degli ultimi anni, od una brutta copia degli Oxes.
Ma poi le qualità emergono una volta che le si riesce ad imprimere in mente: Gangs contiene dei passaggi di assoluto rilievo per una formazione strumentale che fa salti mortali in controtempo, sciorina chitarroni massiccissimi ma non lesina neanche paesaggi emozionali di grande respiro. Il tutto in un atmosfera di generale allegria, potrei azzardare. Sarà anche per la notevole iniezione di purissimo hard-rock che contamina le partiture.
Vette del disco: la title-track, articolatissima fra power-cicalecci chitarristici, pestate in pieno math-style e rallentamenti soft-post. 7 Billion People all Alive at Once, quasi una versione pop dei Don Caballero. Homes - Ghost Parlor KA -6 to..., che trasferisce rilassate chitarre explosionsiane su un inusitato ritmo in levare. Homes - ...Samara to Belfast, altro ottimo pezzo complicatissimo dalle mille mutazioni, una sorta di sunto globale dell'ASIWYFA sound.
Ci sono tanti riferimenti sparsi, le pesantezze metalliche, persino qualche passaggio wave, ma i nord-irlandesi dopo tutto riescono ad elaborare un disco piuttosto personale. Potrebbero crescere verso qualcosa di ancor più interessante.

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