Soltanto andando a ritroso nel percorso musicale di Ingram sono venuto a conoscenza del fatto che suonava negli Oceansize, che peraltro hanno avuto una durata abbastanza lunga, circa una decina d'anni. E sono ancora più sorpreso di non averli neanche sentiti nominare, nonostante il loro potenziale commerciale piuttosto vasto nell'ambito (una volta si diceva) alternativo.
In questo debutto, i manchesteriani entravano con fragore ed influenze chiarissime fin dal primo ascolto: i Cave In di Jupiter in primis, i Porcupine Tree più hard, i Soundgarden, con un tris di chitarre granitiche, ritmica tornitruante ed emotività a valanghe. Nel mezzo, ci sono addirittura un paio di placidi strumentali mutuati dai Mogwai....
Soltanto che, a causa del songwriting irregolare e di svariati scarti ritmici imprevedibili, sono stati infilati nella categoria progressive. Senza stare a dissentire, la mia è che qui gli Oceansize erano semplicemente indecisi e frenetici, con la pericolosa tendenza a disperdere un po' il loro talento (il disco è eccessivamente lungo): Efflorescence è appassionato e avvincente, ma i momenti più belli vengono sepolti inesorabilmente....
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