Un'anno prima del loro riconosciuto capolavoro Weakness, gli AC debuttarono con questo titolo un po' misogino. Avendolo trovato soltanto poco tempo fa, devo rimettere in discussione le gerarchie del fulmineo e putroppo dissolto noise-trio che, come ha brillantemente scritto Mattioli in Noisers, espelleva un dilaniato blues industriale talmente pesante da cedere sotto il suo stesso carico.
Difficile stabilire se sia più violento questo o Weakness: se quest'ultimo impressionò per il suo attacco frontale e rovinoso, I'm in the mountains vive di una maggior diversità nello scriteriato succedersi dei gorghi di rumore infernale. Il bisonte di apertura, Unravel your navel, it's Mardi Gras, si dipana su un mid-tempo cingolato con il falsetto delirante di Ciccio Jurgensen in evidenza, si prolunga per un quarto d'ora fino all'inopinato finale, in cui la bestia si ferma e fa la sua inaspettata comparsa un violino che gracchia lamentoso sullo sfondo. Hell is a solid prosegue con una iper-saturazione a ritmo strascicato, chiude Citizen's band con una serie micidiale di singulti ed un finale che sfiora la psichedelia, per quanto paradossale possa essere tale concetto nell'oceano di distorsioni e saturazioni messo in atto da questi buzzurri della Pennsylvania.
Semplicemente i migliori in assoluto dello U.S. Noise, di poco sopra Sightings e Hair Police.
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