A 5 anni dal Fuoco, i GDM sono tornati sui loro passi con una seconda sonorizzazione per film muto di circa un secolo fa. La sequenza temporale delle loro pubblicazioni si ripete: un disco rappresentativo delle loro tendenze con tanto di brani cantati (il discutibile Dividing Opinions nel '07 ed il pessimo Good Luck nel '12), alternato ad una colonna sonora (il meraviglioso Il Fuoco nel '09 e Rapsodia satanica per ultimo). Tanto è chiaro come la penso; in queste ultime i reggiani fanno ciò che riesce loro meglio, che d'altra parte è ciò che ha procurato loro la maggior parte dei consensi; un post-rock strumentale di grande respiro, con un equilibrio ricercato fra raffinatezze e malinconie, negli ultimi tempi più godspeediano che mogwaiano,
Emblematica una intervista che Reverberi ha rilasciato in occasione di Rapsodia: non se la sentirono di tornare a diventare un gruppo solo strumentale dopo l'abbandono di Raina, quindi si rimisero in discussione e decisero di mettersi a cantare lui e Nuccini. Ma alla fine si torna sempre a casa, al caro vecchio formato che è una garanzia e pazienza se non si bissa i livelli de Il Fuoco: le atmosfere sono sempre suggestive e struggenti, e una grossa caduta di tono (XVII) non ci impedisce di volere ancora bene ai Giardini.
Nessun commento:
Posta un commento