E' così dannatamente lungo che al primo ascolto l'ho snobbato: mi ci sono voluti 3 viaggi lavorativi. Ma già al secondo emerge la dissacrante, surreale vena che Kramer e la Magnuson infondono ed il loro senso dell'assurdo psichedelico. E soprattutto al terzo, le gag passano in secondo piano e resta la musica: un miscuglio ridondante di cristallini jingle-jangle, di stoner fangosi, di cover irrispettose, di collage indefinibili.
E' un opera rock nel suo senso più autentico, diretta erede degli eccessi dadaisti degli anni '60/70 ma con una visione a metà fra il nichilismo e il ludico. Alla fine del terzo ascolto, penso di averne capito un po' di più ma poi, scegliendo a caso fra una delle 38 tracce, mi ritiro dalla sfida. Double bummer è un mattone che può lasciare interdetti, ma riserva sorprese ad ogni angolo.
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