Trio francese di molto probabili non-musicisti o comunque alle prime armi, che rappresentarono un'influenza capitale sui primi NWW per quanto riguarda l'approccio più nichilista nel senso cerebrale del termine. In rete ho letto un mini-dibattito che discuteva se nel caso di Essais sia lecito parlare del labile confine fra genio e laziness (svogliatezza, ma forse anche inettitudine generale); quel che è certo, non lascia indifferenti. Ma il dubbio di questo confine, dopotutto, non è stato forse una caratteristica costante anche dell'intera carriera di NWW?
Ciò che registrarono (letterale, nella metropolitana parigina Rue Saint Maur, ma che sia una presa in giro?) fra il '69 e il '71 è un assortimento di bizzarrie che definire sperimentazione sembra un po' arduo. Da notare che, incredibile ma vero controsenso, fu ristampato per la prima volta nel 2000 dalla prog-label italiana Mellow e in vinile appena l'anno scorso dalla francese Soufflecontinu, specializzata in recuperi proprio della List.
Innanzitutto la facciata A mi ha fatto venire un colpo, perchè presenta lunghi e spastici soliloqui di chitarra acustica sbilenca conditi da qualche effetto che dopotutto assomigliano abbastanza a quanto realizzammo io e il mio amico Berto in registrazioni casalinghe una trentina d'anni abbondanti dopo, incluse le citazioni concrete di Pink Floyd e Black Sabbath (!). Ma in tutta sincerità le cose più interessanti arrivano a partire dal saggio n. 5, in cui i Semool iniziano a fare sul serio con i nonsense; assurdità di ogni, pianoforti usati come percussioni, sonagli, triangoli, anticipi industrial, nastri al contrario, sarabande affini ai Red Krayola delle Free form freak out, languide ed improvvise improvvisazioni più musicali, e nel finale un'altra citazione demenziale dei BS, con l'assolo inascoltabile di Paranoid.
Intendiamoci, ci vuole del fegato per ascoltare Essais, ma l'ha detta bene Vlad: i più sbarazzini di noi non potranno sottrarsi all'ascolto.
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