La serie è "figli illegittimi di Keiji Haino"; nel caso di questo duo di Tokyo, il maestro viene concettualmente tributato in una versione light, altrettanto spirituale ma più misurata e raccolta.
Uomo e donna, due chitarre, due voci che si alternano, due ore piene per 8 pezzi. L'estremismo giapponese è sempre presente, in qualsiasi contenitore lo si voglia sistemare. Quello degli SNF è il massimalismo dell'anima, con chilometriche divagazioni che nuotano nella psichedelia più antica e consunta, con le chitarre arpeggiate delicatamente o con le corde allungate, diluite ed attorcigliate. Le voci, attonite, sognanti e stonate, a rincorrere le visioni e i miraggi. Niente batteria, niente ritmi.
Prayer for Chibi è in larga parte molto tranquillo e rilassato, ma quando si accendono i distorsori (i 16 minuti di Resurrection Night) appare ancora più marcatamente lo spirito dissennato di KH, soltanto in un formato meno scomposto. Questo per non distogliere comunque dal vero nucleo pulsante degli SNF, che resta l'universo onirico e lucidamente visionario di Pirako e Kageo, due viaggiatori extra-sensoriali.
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