(2) Nel primo Rockerilla che comprai, Gennaio 1993, c'era un ampio servizio dedicato ai bostoniani Bullet Lavolta, che era di fatto un necrologio; la band si era sciolta da pochi mesi, dopo un secondo disco su major ed aver potenzialmente mancato il grande successo. Nel settembre 1991 avevano diviso un palco coi Nirvana il giorno prima dell'uscita di Nevermind, e la stagione era di quelle buone sul serio, ma non se ne fece nulla e l'oblio se li inghiottii.
Quasi ogni gruppo di cui lessi in quel mensile così rivelatorio per me solleticava l'appetito di musica nuova, ma passai oltre anch'io. Così, a distanza di 24 anni, me li ascolto per la prima volta e nonostante i pre-dubbi vengo piacevolmente assalito da un infuocato hard-grunge-stradaiolo che teoricamente mi dovrebbe esser quasi indigesto. Invece The gift, che fu il loro debutto, denota una freschezza invidiabile per l'anno di uscita e soprattutto una produzione bella piena e corposa che sarà così decisiva nel grunge di successo (Nevermind a parte, infatti). Coppia di chitarre fragorosissime, cantante invasato ma con criterio, pezzi assatanati di derivazione punk e heavy-metal, qualche punta melodica che fa pensare addirittura ai Cheap Trick; insomma gli ingredienti per discrete masse c'erano, ma la fortuna soffiava su altri lidi e Boston era già toccata ad altri.
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