Quando uscì My Beautiful Sinking Ship, consigliatomi dall'amico Pig, i Black Heart Procession erano all'apice di un non certo vastissimo ma consistente seguito nell'ambito alternativo. E la comparsa di questo gruppo losangeleno dall'impronta così europea, che dopo due dischi autoprodotti atterrava nel vecchio continente su Bella Union, fece sensazione: sembrava una versione del duo Jenkins/Nathaniel virato in rosa, con la bionda vocalist Sara Lov ad ingraziare le musiche composte dal deus-ex machina Dustin O'Halloran.
Proprio come nel caso dei BHP, si stabilì un rapporto speciale, seppur sotterraneo, fra i Devics e l'Italia. Tant'è che oggi O'Halloran risiede da noi (anzi, a pochissimi km da qui). Tornando al disco, è uno squisito campionario di melodie decadenti, a volte elegantemente incupite, a volte pigramente autunnali, a volte sognanti, spesso guidate da un pianoforte essenziale, di tanto in tanto impreziosite da qualche arco. Unico limite, il numero eccessivo di tracce, 15, di cui qualcuna dal sapore del riempitivo. Nulla a che vedere con lo shoegaze secondo me (come ho letto più volte); il paragone coi BHP dopotutto non era così oppressivo e ci poteva stare, per questo croonering al femminile di sublime gusto e fattura.
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