Dopo una pausa di 4 anni, una vera eternità per questa tipologia di autori, David Wenngren è tornato l'anno scorso con 3 pubblicazioni: una raccolta di outtakes e rarità uscita solo su cassetta, la colonna sonora di un documentario e questo album vero e proprio, realizzato insieme a Julia Kent al violoncello. Abbandonata ormai qualsiasi tendenza al concretismo che aveva contraddistinto le sue prime produzioni, lo svedese si abbandona completamente ad un'immacolato florilegio di paesaggi malinconici ed evocativi, guidati dal suo stile pianistico compassato e gentilissimo. Un disco spoglio e disadorno come forse mai aveva realizzato in precedenza. Poco da dire, la magia cinematica si ricrea di nuovo, in un'area più vicina che mai a Stray Ghost, se non fosse per il cello che si insinua discretamente dappertutto.
Di una delicatezza enorme.
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